• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria

Apple TV Italia

News e approfondimenti sul mondo Apple,Tech e Social Web

  • Home
  • IPHONE E IPAD
  • APPLE TV
  • Pubblicità
  • Blog
  • Contatti
    • Privacy e Cookie

Blog

L’SSD Kingston XS2000 piccolo quasi quanto una chiavetta USB

Fino a 2 TB in un SSD poco più grande di una chiavetta USB: possibile? La risposta è “sì” se si punta il dito su Kingston XS2000, un nuovo disco a stato solido che unisce il meglio dei due mondi, ovvero alta velocità in un formato compatto e più che tascabile. Negli ultimi anni sul mercato abbiamo visto infatti come fosse possibile ridurre sensibilmente le dimensioni di questi dischi a vantaggio della portabilità, ma quel che è riuscita a fare Kingston con questo nuovo prodotto è qualcosa che va perfino oltre l’immaginazione.

Misura infatti circa 7 x 3,3 x 1,4 centimetri e pesa meno di 30 grammi, nonostante la scocca esterna sia costruita in metallo per far sì che i circuiti interni resistano al meglio a eventuale pressione ed usura. E’ anche certificato IP554, quindi è resistente ad acqua e polvere e stando alle specifiche tecniche può funzionare in ambienti la cui temperatura è compresa tra 0°C e 40°C mentre i dati archiviati non si danneggiano finché il disco rimane in un ambiente la cui temperatura è compresa tra -20°C e 85°C.

L’altro suo punto di forza come dicevamo è la velocità: utilizza infatti la connettività USB 3.2 Gen 2×2 che promette una velocità di trasferimento dati fino a 2.000 MB/s sia in lettura che in scrittura, risultando quindi particolarmente versatile anche in ambito di offloading ed editing di immagini in alta risoluzione, video 8K e documenti di grandi dimensioni in tempi estremamente rapidi.

Il disco si connette semplicemente mediante un connettore USB-C, quindi si può collegare tanto a un PC quanto a un iPad Pro o un dispositivo Android. «XS2000 è stato creato appositamente con la combinazione definitiva di elevate prestazioni e capacità, per stare al passo con le richieste di contenuti dei consumatori di tutto il mondo» ha spiegato Tony Hollingsbee, SSD Business Manager di Kingston EMEA. «Inoltre, le dimensioni compatte, simili a quelle di un portachiavi, e la massima durata fanno sì che l’utente – dal content creator, al prosumer, al professionista aziendale – possa mantenere un flusso di produttività stabile».

Kingston XS2000 funziona con tutti i computer con Windows 8.1 oppure Windows 10, su macOS a partire dalla versione 10.14, su Linux dalla versione 2.6 e su Chrome OS. E’ già in vendita sul sito ufficiale con capacità di 500 GB, 1 TB e 2 TB ed è coperto da una garanzia limitata di cinque anni con supporto tecnico gratuito. I prezzi non sono ancora resi noti perché nel momento in cui scriviamo, cliccando sul bottone “Acquista”, si viene reindirizzati ad una pagina morta: non appena il problema sarà risolto provvederemo ad aggiornare l’articolo con i prezzi.

Fonte: macitynet.it

Contrassegnato con: L’SSD Kingston XS2000 piccolo quasi quanto una chiavetta USB

Mac mini con M1X e nuovo design “nei prossimi mesi” secondo Mark Gurman

Apple presenterà nel giro di qualche mese un nuovo Mac mini con un nuovo design e un processore M1X ancora più performante dell’attuale M1. A riferirlo è il sempre ben informato Mark Gurman di Bloomberg nell’ultima newsletter “Power On” inviata agli iscritti e riportata dal sito Macrumors.

Gurman afferma che il nuovo Mac mini (del quale già in precedenza sono circolate indiscrezioni) avrà un nuovo design con porte in più e che dovrebbe sostituire l’attuale modello. Con ogni probabilità in nuovo Mac mini M1X sarà presentato in autunno insieme ai nuovi MacBook Pro da 14″ e 16″.

“Lo scorso autunno, nell’ambito dell’iniziale terzetto di Mac per la transizione ai chip Apple Silicon, l’azienda ha aggiornato il design del vecchio Mac mini usando il processore M1”, scrive Gurman. “Il Mac mini è usato per compiti più basici quali il video streaming ma molte persone lo usano anche come macchina per lo sviluppo software e come server per le loro necessità video. Apple lo sa, e quindi ha mantenuto a listino il modello Intel”. Gurman prevede che tutto questo cambierà nei prossimi mesi con Apple che offrirà un Mac mini M1X top di gamma, con design aggiornato e più porte rispetto all’attuale modello.

Nei mesi passati il “leaker” Jon Prosser aveva condiviso delle immagini di rendering con ipotesi di come potrebbe apparire questo nuovo Mac mini, affermando di avere ricevuto informazioni da non meglio precisate fonti interne di Apple. Il nuovo Mac Mini dovrebbe presentarsi con la parte superiore tipo plexiglass e integrare un connettore magnetico per l’alimentazione (tipo iMac 24″ M1).

In autunno Apple dovrebbe presentare diverse novità hardware: iPhone 13, Apple Watch Series 7, un nuovo iPad mini, un nuovo iPad base, nuovi AirPods e MacBook Pro da 14″ e 16″. Lo scorso anno i nuovi iPhone 12 furono presentati il 13 ottobre e la nuova generazione di Mac (MacBook Air, MacBook Pro 13″ e Mac mini con chip M1) il 10 novembre.

Fonte: macitynet.it

Contrassegnato con: Mac mini con M1X e nuovo design “nei prossimi mesi” secondo Mark Gurman

Apple richiede il certificato vaccinale solo in alcune località

Dopo aver valutato l’idea di richiedere il vaccino a tutti i dipendenti, Apple ha deciso di richiedere alcune informazioni solo in determinate località in cui la diffusione di COVID-19 è più alta.

Zoë Schiffer di The Verge riferisce che, se da una parte Tim Cook non ha confermato che Apple richiederà ai dipendenti di vaccinarsi prima di tornare negli uffici, la società ora chiede il certificato vaccinale dei dipendenti solo in determinate località.

Una nota interna trapelata in queste ore non afferma che i dipendenti sono tenuti a fornire il loro certificato vaccinale e nemmeno che coloro che non sono vaccinati non potranno tornare in ufficio. Tuttavia Apple afferma che, senza presentare alcun certificato, si presume che quel dipendente non sia vaccinato.

Per questo motivo, Apple sta chiedendo ai dipendenti che lavorano in alcune località di condividere la loro situazione vaccinale tra le varie opzioni disponibili: “vaccinazione completa”, “prima dose”, “non ancora vaccinato” o “non intendo vaccinarmi”. Chi non risponde verrà considerato non vaccinato.

Al momento, non è chiaro se i dipendenti non vaccinati o che non condividono queste informazioni verranno lasciati a casa in alcune località degli Stati Uniti e nel resto del mondo. Inoltre, Apple ha deciso di riattivare l’obbligo della mascherina tra i dipendenti di tutti gli Apple Store negli Stati Uniti.

Fonte: iPhone Italia

Contrassegnato con: Apple richiede il certificato vaccinale solo in alcune località

Apple blocca le app cinesi che aggirano la trasparenza

Apple ha bloccato un tentativo da parte di alcune aziende cinesi di aggirare le regole di trasparenza del monitoraggio delle app, utilizzando l’ID di pubblicità cinese (CAID) anziché l’identificatore per gli inserzionisti (IDFA) di Apple.

Ricordiamo che IDFA di Apple è progettato per impedire alle società pubblicitarie e agli sviluppatori di tracciare le persone, consentendo loro solo di tracciare un identificatore univoco. Il nuovo sistema, come ormai noto, sta causando problemi alle società pubblicitarie, con alcune aziende cinesi che stanno cercando di aggirare del tutto il problema, utilizzando un meccanismo di tracciamento diverso: quello CAID.

Secondo un articolo del Financial Times, Apple ha appreso della mossa ed è tornata a bloccare alcuni aggiornamenti alle app cinesi in questione, che utilizzavano il tracciamento CAID per eludere le regole su privacy e trasparenza di Cupertino. Le aziende cinesi avevano scommesso sul fatto che Apple non volesse mettere al bando le grandi società per paura di bloccare introiti importanti, ma sembra che la scommessa non abbia dato i frutti sperati.

L’ecosistema delle app cinesi stava cercando di sfruttare il sistema CAID per tracciare gli utenti, e ciò sulla base dell’ipotesi per cui Apple non poteva permettersi di vietare tutte le principali app sul mercato, almeno secondo quanto affermato da Alex Bauer, capo del marketing di prodotto presso il gruppo adtech Branch.

Fonte: macitynet.it

Contrassegnato con: Apple blocca le app cinesi che aggirano la trasparenza

Morto John McAfee, pioniere dei software antivirus

John David McAfee, personaggio noto per avere fondato l’omonima azienda produttrice di software antivirus, è morto in prigione in Spagna. Era accusato di evasione fiscale e si è tolto la vita in un carcere di Barcellona per evitare l’estradizione negli Stati Uniti.

L’eccentrico programmatore statunitense ha venduto alla fine degli anni ’90 le quote dell’azienda che aveva creato, abbandonando ogni suo ruolo attivo e lanciandosi in imprese improbabili e bizzarre. Dopo aver lasciato gli Stati Uniti era andato a vivere nel Belize ma da qui è scappato affermando che quello che era accadutio era un complotto delle autorità contro di lui: era stato accusato per la morte del suo vicino di casa, ucciso con alcuni colpi di arma da fuoco. Le forze dell’ordine  non lo trovarono quando si presentarono alla sua porta. Nel 2015 fu arrestato in una piccola città del Tennessee per possesso di armi da fuoco sotto l’effetto di droghe, detenzione a cui il fantasioso personaggio si è era sottratto versando una cauzione di 5mila dollari.

Dopo una serie di intricate vicende John McAfee era riuscito a tornare nel 2012 Miami e e vivere di nuovo negli USA. A settembre del 2015 aveva annunciato la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti; memorabili numerose dichiarazioni rilasciate nel corso degli anni, inclusa quella del 2016 quale affermava che avrebbe mangiato una scarpa se non fosse riuscito a sbloccare un iPhone.

Nel 2016 aveva cercato di usare il suo nome per avviare una società specializzata in cybersicurezza, una mossa che non era piaciuta a Intel (che aveva comprato McAfeee nel 2010 per 7,7 miliardi di dollari) che fece causa al fondatore di McAfee. Successivamente fu sottoscritto un accordo e McAfee accettò di non usare il suo cognome nel campo di prodotti software legati alla cybersicurezza.

I pubblici ministeri federali USA lo avevano messo sotto accusa lo scorso ottobre per aver evaso le tasse e per avere volontariamente omesso di presentare le dichiarazioni dei redditi. L’Internal Revenue Service (IRS), USA, l’agenzia governativa che si occupoa della riscossione dlle tasse, aveva – tre la alte cosae – accusato McAfee di non aver dichiarato 23 milioni di dollari di utili ottenuti promuovendo criptovalute.

Fu arrestato all’aeroporto di Barcellona nell’ottobre 2020, affermando all’udienza per l’estradizione che le accuse contro di lui erano motivate politicamente. Avrebbe potuto presentare ricorso contro la decisione del tribunale spagnolo, ma evidentemente non ha preferito combattere.

Fonte: macitynet.it

Contrassegnato con: Morto John McAfee, pioniere dei software antivirus

  • « Vai alla pagina precedente
  • Pagina 1
  • Pagine interim omesse …
  • Pagina 38
  • Pagina 39
  • Pagina 40
  • Pagina 41
  • Pagina 42
  • Pagine interim omesse …
  • Pagina 48
  • Vai alla pagina successiva »

Barra laterale primaria

Categorie

  • APPLE TV
  • Apple Watch
  • Blog
  • GUIDE APPLE TV
  • HOME TECH
  • IPHONE E IPAD
  • MACBOOK E IMAC
  • NOTIZIE
  • POKEMON GO
  • Pubblicità
  • SOCIAL NETWORK
  • Uncategorized

Copyright © 2025 · Metro Pro on Genesis Framework · WordPress · Accedi

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.