
Fonte: Macitynet.it
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La scorsa settimana Apple ha presentato una nuova versione dell’app “Dov’è” che permette di rintracciare anche prodotti di terze parti.
Con il Find My Network Accessory Program, Apple ha aperto la rete globale di “Dov’è” ad altri produttori di dispositivi che potranno così integrare il servizio nei propri prodotti permettendo di utilizzare l’app “Dov’è” per rintracciare oggetti vari.
Nuovi prodotti Belkin, Chipolo e VanMoof compatibili con l’app Dov’è saranno disponibili nel giro di qualche giorno.
Tra i primi prodotti di terze parti compatibili con “Dov’è” ci sono gli ultimi modelli delle e-bike S3 e X3 di VanMoof, gli auricolari true wireless SOUNDFORM Freedom di Belkin e il localizzatore ONE Spot di Chipolo.
VanMoof, ha sede nei Paesi Bassi e Gonny van der Zwaag, caporedattore del sito olandese iCulture, ha avuto modo di provare la bike VanMoof S3 con supporto dell’app “Dov’è” e ha intervistato Job Stehmann, il responsabile del design di VanMoof, in merito alla collaborazione con Apple.
Stehmann racconta che quando Apple ha annunciato i piani per la rete “Dov’è” alla WWDC 2020, un ingegnere di VanMoof ha postato un messaggio in un forum di Apple dedicato agli sviluppatori, riferendo di essere interessato alla funzionalità. Cupertino a quanto pare era all’epoca alla ricerca di partner con i quali lavorare attivamente e le due aziende hanno cominciato a collaborare, con incontri settimanali che si tenevano da remoto ogni lunedì.
Stehmann spiega che VanMoof ha fornito a Apple vari prototipi delle sue bike per valutazioni. VanMoof ha degli uffici a San Francisco ed è stata in grado di consegnare le bike direttamente a casa degli ingegneri di Apple ove necessario. Nonostante qualche intoppo nel processo di sviluppo, Stehmann riferisce che non c’è mai stati troppa pressione da parte di Apple.
Fonte: Macitynet.it
Apple e Qualcomm sono state accusate di violazione di un brevetto di calibrazione RF riguardante alcune tecnologie 5G utilizzate da entrambe le società.
La causa riguarda alcuni ricetrasmettitori wireless 5G Qualcomm. Questa causa colpisce anche Apple, poiché i nuovi iPhone 12, che adottano modem Qualcomm, utilizzerebbero proprio la tecnologia di uno dei ricetrasmettitori in questione. In particolare, la causa nomina i modelli SMR526, SDR865 e SDX55M di Qualcomm.
A presente tale causa è stata la Red Rock, che possiede il brevetto statunitense n. 7,346,313. Questo brevetto delinea un sistema per calibrare l’equilibrio dei segnali in fase (I) e quadratura (Q) nei ricetrasmettitori radio. Secondo la denuncia, sia Apple che Qualcomm erano a conoscenza di questo brevetto. Nel caso di Qualcomm, si afferma che la società ha ricevuto comunicazione dell’esistenza del brevetto almeno tre volte tra il 2008 e il 2011.
In quanto tale, la causa afferma che le azioni intraprese da Apple e Qualcomm “sono state e continuano ad essere commesse in modo consapevole, intenzionale ed eclatante e costituiscono una violazione intenzionale della proprietà intellettuale”.
Fonte: iPhone Italia
Apple sembra intenzionata ad aggiungere nuove funzionalità su iOS per consentire agli utenti di monitorare al meglio lo stato della batteria su iPhone.
Il nuovo brevetto prevede un sistema pensato non tanto per aiutare a preservare la durata della batteria, visto che funzioni simili sono già preseti su iOS, ma per consentire agli utenti di sapere quanto durerà la batteria durante il giorno in base ai dati recenti di utilizzo.
Sui dispositivi attuali, l’utente riceve un avviso di batteria scarica solo quando raggiunge il 20%, ma il brevetto mostra un modo per rendere queste notifiche più intelligenti e personali. Apple fornisce un esempio in cui l’utente dimentica di ricaricare il telefono durante la notte e riceve l’avviso di batteria scarica poco prima di partire per il lavoro.
Se sei un utente Mac, probabilmente avrai notato che macOS mostra la durata stimata della batteria, ma questo brevetto descrive un sistema più complesso e smart. Ad esempio, può identificare il comportamento dell’utente in diversi giorni della settimana per regolare gli avvisi della batteria per ogni singolo giorno. Il sistema funzionerebbe anche in base alla posizione dell’utente, ma Apple afferma che i dati verranno elaborati localmente per rispettare la privacy.
In questo modo, l’utente riceverebbe una avviso di carica necessaria non a soglie fisse, ma in base al suo storico di utilizzo dell’iPhone, diverso giorno per giorno. Questa funzionalità potrebbe essere introdotta con iOS 15.
Fonte: iPhone Italia
Non siamo ancora ai livelli di Android, ma gli iPhone che adesso vengono attivati in Russia ci si avvicinano un pochino. Attraverso una legge, il governo del Paese sta obbligando Apple a proporre l’installazione di una serie di applicazioni approvate dallo Stato durante la prima configurazione del dispositivo.
In pratica quando si attiva un nuovo terminale Apple, tra le schermate di configurazione degli iPhone per i quali viene selezionata la regione Russia viene presentato un passaggio aggiuntivo con il quale viene suggerita l’installazione di alcune applicazioni sviluppate o approvate internamente dal governo: nello specifico i servizi Yandex.Browser e Yandex.Maps, l’app dei servizi pubblici della Federazione russa, il sistema di pagamento MIR, il servizio di posta elettronica di Mail.ru, i social network VKontakte e Odnoklassniki e il software antivirus Kaspersky Lab.
Nonostante la sua lotta per le libertà civili in patria, Apple ha dovuto cedere all’ordine del governo russo: così, come hanno mostrato alcuni utenti attraverso i social network, adesso il passaggio aggiuntivo che indirizza gli utenti a un elenco di software consigliato dal governo fa parte del processo di configurazione di iPhone in Russia.
Va detto che al momento si tratta soltanto di un consiglio all’installazione, che l’utente può decidere autonomamente di seguire o rifiutare. Su Android, come sappiamo, diverse aziende invece (anche in Italia) offrono applicazioni come Facebook preinstallate di serie e, in qualche caso, non è neppure possibile cancellarle del tutto, col risultato che una traccia può restare attiva in background anche quando si è fatto tutto il possibile per toglierle di torno.
Secondo alcuni critici di questa nuova legge, che si applica non solo agli iPhone ma a tutti i dispositivi venduti in Russia compresi PC e Smart TV, dietro questa insistenza potrebbe esserci la volontà di utilizzare questi sistemi come strumenti di sorveglianza. Per fortuna Apple ha potuto quantomeno insistere sul fatto che le applicazioni dovessero provenire dall’App Store, perciò sono comunque soggette al regolamento del negozio digitale di Cupertino, le cui linee guida in termini di sicurezza e privacy sappiamo essere molto severe.
Fonte: Macitynet.it