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Facebook e Instagram chiudono in Europa? Meta interviene per fare chiarezza

Un addio all’Europa improbabile quello di Facebook e Instagram, eppure nell’ultimo report di Meta alla SEC (Securities and Exchange Commission) viene descritto un rapporto con l’UE per nulla idilliaco e che potrebbe portare il colosso statunitense a decisioni drastiche.

All’interno del documento indirizzato all’autorità americana garante del mercato Meta Inc. scrive che, in assenza di un accordo per il trasferimento transatlantico dei dati degli utenti, «non sarà più in grado di offrire in Europa alcuni dei prodotti e dei servizi più importanti, tra cui Facebook e Instagram».

L’intoppo sta proprio nell’impossibilità del gigante dei social network di trasferire ai server americani le informazioni sugli utenti con in sede nel vecchio continente. Un ostacolo che influisce negativamente sulle operazioni di marketing e non solo di Meta.

Ma possono Mark Zuckerberg & co. rinunciare così facilmente a circa 310 milioni di utenti che quotidianamente nel Q4 2021 hanno utilizzato Facebook? La risposta è scontata ed è ovviamente “no”, soprattutto se si pensa che il mercato cinese non si può fare affidamento e che in India la questione social è a dir poco pericolante (TikTok è stato messo al bando).

Dopo il terremoto mediatico, ha provato a mettere un po’ d’ordine la stessa azienda di Menlo Park.

Il comunicato sopra riportato ha il sapore di una smentita, più o meno. Resta in ogni caso il problema del trasferimento dei dati, ma già nel corso del 2022 Meta e l’Europa potrebbero trovare un accordo accettabile per entrambe le parti.

Fonte: Melablog

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Amazon aumenta il prezzo dell’abbonamento Prime in USA

Amazon Prime costa di più: negli Stati Uniti la società sta aumentando il prezzo dell’abbonamento annuale, che si fissa 139 dollari, quindi di 20 dollari in più rispetto ai 119 dollari dei precedenti contratti. I clienti che vogliono quindi rinnovare l’abbonamento dovranno accettare il rincaro di oltre un dollaro e mezzo al mese necessari, spiega il colosso dell’e-commerce per affrontare l’aumento dei costi nel paese, che va dalle spedizioni alla manodopera, passando per la costruzione.

Questo cambiamento entrerà in vigore il 18 febbraio per chi non si è ancora abbonato e a partire dal 25 marzo per chi invece dovrà rinnovare l’abbonamento dopo tale data. Di conseguenza è stato adeguato a questa linea anche il prezzo dell’abbonamento Amazon Prime mensile, che pessa da 12,99 a 14,99 dollari.

Amazon ha giustificato il rincaro parlando più genericamente di «continua espansione dei vantaggi per i membri Prime, nonché l’aumento dei salari e dei costi di trasporto», ma per il momento pare riguardi soltanto gli USA. In una telefonata con gli investitori l’azienda ha infatti spiegato che ogni anno esamina i prezzi degli altri paesi, perciò non è detto che ciò non avverrà in futuro, ma per il momento l’Italia (così come gli altri) è salva.

Nel frattempo questo aumento dei costi ha portato una netta diminuzione del reddito operativo di Amazon, che è passato da 6,9 miliardi di dollari del 2020 a 3,5 miliardi di dollari nel 2021. E dal comunicato sugli utili dell’azienda pubblicato nelle scorse ore si legge anche che è il secondo trimestre consecutivo in calo per Amazon, a fronte di una costante crescita del fatturato, dei servizi cloud e in tutti gli altri comparti.

Fonte: macitynet.it

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Gmail tutto nuovo cambia grafica e integrazione

Google ha annunciato il nuovo layout di Gmail, che oltre a presentare modifiche grafiche cambia il modo in cui Google Chat, Meet e Spaces saranno integrati. La nuova interfaccia, che mostriamo già nelle immagini che seguono, sarà disponibile a partire da febbraio come prova, per poi diventare predefinita entro aprile. Sarà l’unica disponibile per tutti gli utenti entro la fine del secondo trimestre del 2022.

La nuova visuale di Gmail rende così centrali anche gli altri strumenti di messaggistica di Google, che fanno parte della sua suite Workspace dedicata al business: questi strumenti saranno accessibili attraverso grandi pulsanti presenti sul lato sinistro.

Google ha dimostrato di voler integrare profondamente tutti i suoi prodotti legati al lavoro insieme, e questo layout dà un assaggio della visione dell’azienda di come integrare i propri strumenti per il business.

Google afferma che questa nuova visualizzazione integrata dei propri strumenti arriverà alle persone con un account Google Workspace Business Starter, Business Standard, Business Plus, Enterprise Essentials, Enterprise Standard, Enterprise Plus, Education Fundamentals, Education Plus, Frontline, Non profit, G Suite Basic o Business. Al momento sembra non sarà disponibile per i clienti di Workspace Essentials e neppure per i clienti Gmail standard e gratuiti.

Fonte: macitynet.it

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Apple contro il film “Apple-man”, deve cambiare titolo

A Apple non piace il titolo “Apple-Man” scelto dal regista indipendente Vasyl Moskalenko per una commedia sulla quale sta lavorando, e la Casa di Cupertino si oppone alla domanda di registrazione del marchio in questione.

Lo riferisce il sito iPhone in Canada, spiegando che Apple ha presentato ricorso e avviato un procedimento giudiziario contro il film che è in fase di post-produzione. Il regista di Apple-man riferisce che il titolo del film è stato già approvato dall’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti (PTO) ma Apple sta cercando di annullare la registrazione, “opponendosi energicamente” alla scelta del Patent and Trademark Office.

Apple ha avviato una procedura giudiziaria contro Moskalenko, preoccupata dal fatto che i consumatori potrebbero associare il titolo Apple-man con Apple, ritenendo che sia in qualche modo da loro “approvato, sostenuto, proposto”, spiega l’azienda nelle 467 pagine presentate in tribunale.

“Il mio film parla di mele, i frutti”, spiega Moskalenko, evidenziando che il suo film non fa mai riferimento o parla di Apple, l’azienda, o qualsiasi prodotto di quest’ultima e che sarà costretto a spendere per il contenzioso tutti i fondi ottenuti su Kickstarter (sito per il finanziamento collettivo di progetti creativi).

“Se la registrazione del mio marchio sarà negata”, ha spiegato il regista al sito iPhone in Canada, “non vi sono garanzie che Apple non chiederà la cancellazione del film dopo la sua uscita”.

Il regista parla di “bullismo da trademark”, sperando che la situazione “sia solo un malinteso”. “Sono aperto ai negoziati, sperando di poter risolvere la disputa”, conclude il regista ucraino.

Non è la prima volta che Apple si oppone all’uso di marchi che richiamano in qualche modo il suo nome; nel 2020, ad esempio, Apple aveva attivato i suoi legali contro Prepear, un piccolo sviluppatore che aveva creato un’app con un logo a forma di pera con una foglia che in qualche modo poteva ricordare il logo della Mela. La queatione con Prepear si era conclusa con un accordo.

Fonte: macitynet.it

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Tim Cook ancora vittima di stalking: violazioni di domicilio, minacce e foto di pistole cariche

Su richiesta di Apple, la Corte Suprema di Santa Clara ha emesso un ordine restrittivo verso una donna che -stando alle ricostruzioni- avrebbe stalkerato Tim Cook per oltre un anno. La donna, convinta che l’iCEO sia il padre dei suoi figli, gli avrebbe inviato mail con immagini di pistole cariche e avrebbe tentato di violare il suo domicilio.

Stando agli atti, la donna -45enne della Virginia- “potrebbe essere armata” e “intende far ritorno nella residenza di Cook o localizzarlo in altre maniere in futuro.” Sulla base di queste informazioni, il giudice ha ordinato la sospensione del suo porto d’armi, il divieto di avvicinarsi a Cook in persona e di contattarlo via mail.

Apple si è accorta del problema 2020, quando Tim Cook è stato taggato in suo tweet in cui lo denunciava come padre dei suoi due figli; da ottobre a metà novembre 2020, gli avrebbe quindi inviato oltre 200 mail. E in alcune di esse, erano contenute fotografie di una pistola carica e munizioni; in un caso si faceva esplicitamente riferimento alla possibilità di usare una di quelle armi da fuoco per sparare.

Poi, sempre secondo l’accusa, per tutto il 2021 la donna avrebbe tentato di aprire corporation fraudolente con nomi “altamente offensivi” in vari stati incluso quello della California, di New York e della Virginia, utilizzando i dati personali, l’indirizzo di casa e la mail aziendale di Tim Cook.

A ottobre 2021 e dopo oltre un anno di cyberstalking, la donna si è presentata nella residenza privata di Cook a Palo Alto, dove avrebbe chiesto di parlare con l’iCEO prima di essere allontanata -invano- dalla sicurezza.

La polizia è dunque intervenuta dopo la violazione di domicilio, e avrebbe bloccato la donna mentre tentava di fuggire dalla scena con la sua Porsche Macan e una patente di guida scaduta; alle domande dell’agente, la donna avrebbe risposto che le cose potevano “diventare violente.”

Dopo altre tentate incursioni e decine di altre mail, la donna avrebbe inviato una richiesta il 18 dicembre, in cui diceva: “non dobbiamo incontrarci per forza. Dammi 500 milioni cash, poi dimenticherò tutto, ti dimenticherò.” A capodanno 2021, in un suo tweet, scriveva che “Tim Cook si suiciderà nel suo appartamento” e poco dopo ha spedito un’altra mail con scritto “devi iniziare a sloggiare dal tuo appartamento. Tra due settimane mi ci traferisco io, secondo avviso.”

Non è la prima volta che Cook è vittima di stalking; l’ultima tuttavia riguardava un uomo che gli mandava fiori e champagne. Contattata per un commento, Apple si è trincerata dietro un no comment. L’udienza è prevista il 29 marzo.

Fonte: Melablog

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