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iMac 24 M1, tutte le novità del nuovo all-in-one Apple

iMac 24″ M1 è stato presentato il 20 aprile scorso nel contesto dell’evento Spring Loaded che ha visto tra gli altri protagonisti iPad Pro 2021, un rinnovato modello di Apple TV, le tanto attese AirTag e una nuova colorazione viola per iPhone 12. Il debutto è avvenuto parzialmente a sorpresa, anche se nei giorni immediatamente antecedenti all’evento erano apparsi in rete alcuni modelli in 3D che alla fine si sono dimostrati abbastanza precisi, in particolare nelle ipoteso di colore. Meno nel design vero e proprio. Si tratta del resto di un prodotto totalmente riprogettato rispetto alla macchina che gli utenti sono abituati a conoscere dal 2007 e probabilmente la maggior novità nel campo degli iMac dalla scomparsa del modello a lampada, il primo con schermo LCD lanciato nel 2002

Completamente diverso, Think different

“Think Different”, lo slogan che più di ogni altro distingue il mondo Apple, è pienamente rispettato con il lancio di iMac M1 2021. La macchina della Mela si distingue non solo da ogni concorrente che abbiamo visto in circolazione ma anche dai diretti predecessori. Esternamente è irriconoscibile sotto numerosi punti di vista, a partire dal fatto che abbiamo diversi colori per finire proprio al design.

Fonte: Macitynet.it

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AirTags, nuovi dettagli e prime recensioni: funzione anti-stalking e incompatibilità

A pochi giorni dalla presentazione del tracker AirTag, non solo Apple svela nuovi dettagli sulla funzione “anti-stalking”, ma dagli Stati Uniti arrivano anche le prime recensioni.

‌AirTag‌ ha un costo di 35€, mentre la confezione da 4 ha un costo di 119€. Il tracker Apple sarà disponibile da domani per il pre-ordine e dal 30 aprile per l’acquisto. Come saprete, questo dispositivo va attaccato ad altri oggetti come chiavi o portafoglio per rintracciarli in qualsiasi momento tramite l’app Dov’è e la piattaforma “Find My”.

Kaiann Drance, vicepresidente marketing per iPhone di Apple, e Ron Huang, direttore senior dei servizi di rilevamento e connettività di Apple, hanno fornito alcune informazioni aggiuntive sugli AirTag. Il numero massimo di AirTag che possono essere collegati a un singolo ID Apple è 16, con Apple che permette di acquistare confezioni da 4 al prezzo di 119€.

Gli AirTag sono dotati di una batteria a bottone sostituibile che, secondo Apple, può durare fino a un anno. Gli AirTag non hanno uno schermo o una luce, rendendo difficile capire se la batteria è scarica e deve essere sostituita. I dirigenti Apple fanno sapere che l’iPhone avviserà gli utenti quando la batteria degli AirTags inizierà a scaricarsi. Non è ancora chiaro quale soglia specifica deve raggiungere la batteria prima che venga inviato un avviso. Tuttavia, si può ragionevolmente presumere che l’AirTag fornisca l’avviso quando l’autonomia consente ancora di utilizzarlo per diverso tempo prima che la batteria si esaurisca del tutto.

In alcuni casi, gli utenti potrebbero voler condividere la chiave dell’auto a cui è associato un AirTag con un amico o un familiare. Di default, la funzione di sicurezza dell’AirTags si attiva, avvisando la persona che è presente un dispositivo di tracciamento sconosciuto. Il modo in cui Apple evita questo problema è attraverso la condivisione in Famiglia. Come spiega Kaiann Drance, se un AirTag viene condiviso con un ID Apple all’interno di Family Sharing, il proprietario dell’AirTag può disabilitare gli avvisi di sicurezza per impedire ai propri familiari o amici di rilevarlo come tracciamento indesiderato.

Nei casi in cui un AirTag viene preso in prestito da un individuo non presente in Family Sharing, l’utente può scegliere di disabilitare gli avvisi di sicurezza.

Fonte: iPhone Italia

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L’iPhone di San Bernardino fu sbloccato per una falla di Mozilla

È grazie ad una società denominata Azimuth Security che l’FBI riuscì a sbloccare l’iPhone della cosiddetta strage di San Bernardino, la sparatoria avvenuta nel 2015 in un centro sociale per disabili, balzati agli onori della cronaca anche per il braccio di ferro tra Apple e FBI perché quest’ultima voleva sfruttare il caso per ottenere da Apple una backdoor per accedere all’iPhone dell’attentatore.
Dopo un lungo tira e molla, l’FBI riuscì a individuare un modo per accedere al telefono. Il Washington Post riferisce che il sistema per accedere all’iPhone dell’attentatore è stato reso possibile da una falla di sicurezza trovata un anno prima in un pezzo di codice open source scritto da Mozilla. Apple lo ha utilizzato per consentire agli accessori di utilizzare la porta Lightning di iPhone e iPad.
Il dispositivo dell’attentatore era bloccato da un codice e con troppi tentativi di indovinare il codice, l’agenzia governativa correva il il rischio che iOS attivasse la cancellazione automatica del contenuto. Dopo una lunga battaglia con Apple (con quest’ultima che ribadiva di non volere predisporre backdoor nei telefoni perché avrebbe creato un pericoloso precedente), alla fine l’FBI annunciò di aver ricevuto assistenza da una terza e non meglio precisata parte che avrebbe permesso di sbloccare il dispositivo.
Per molto tempo in tanti hanno creduto che l’aiuto fosse arrivato dall’israeliana Cellebrite ma, spiega il Washington Post, è stata la piccola azienda australiana Azimuth Security a proporre i suoi servizi all’FBI. Uno dei  co-fondatori di Azimuth Mark Dowd, aveva individuato un difetto senza precedenti in un modulo software open source di Mozilla e lo stata studiando da tempo. Due mesi dopo la sparatoria, con  il direttore dell’FBI James Comey che ribadiva la necessità di sbloccare iPhone e con l’agenzia che sembrava bloccata, gli australiani si sono messi in contatto con l’FBI.

Fonte: Macitynet.it

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Le e-bike VanMoof si tracceranno con “Dov’è” di Apple

La scorsa settimana Apple ha presentato una nuova versione dell’app “Dov’è” che permette di rintracciare anche prodotti di terze parti.

Con il Find My Network Accessory Program, Apple ha aperto la rete globale di “Dov’è” ad altri produttori di dispositivi che potranno così integrare il servizio nei propri prodotti permettendo di utilizzare l’app “Dov’è” per rintracciare oggetti vari.

Nuovi prodotti Belkin, Chipolo e VanMoof compatibili con l’app Dov’è saranno disponibili nel giro di qualche giorno.

Tra i primi prodotti di terze parti compatibili con “Dov’è” ci sono gli ultimi modelli delle e-bike S3 e X3 di VanMoof, gli auricolari true wireless SOUNDFORM Freedom di Belkin e il localizzatore ONE Spot di Chipolo.

VanMoof, ha sede nei Paesi Bassi e Gonny van der Zwaag, caporedattore del sito olandese iCulture, ha avuto modo di provare la bike VanMoof S3 con supporto dell’app “Dov’è” e ha intervistato Job Stehmann, il responsabile del design di VanMoof, in merito alla collaborazione con Apple.

Stehmann racconta che quando Apple ha annunciato i piani per la rete “Dov’è” alla WWDC 2020, un ingegnere di VanMoof ha postato un messaggio in un forum di Apple dedicato agli sviluppatori, riferendo di essere interessato alla funzionalità. Cupertino a quanto pare era all’epoca alla ricerca di partner con i quali lavorare attivamente e le due aziende hanno cominciato a collaborare, con incontri settimanali che si tenevano da remoto ogni lunedì.

Stehmann spiega che VanMoof ha fornito a Apple vari prototipi delle sue bike per valutazioni. VanMoof ha degli uffici a San Francisco ed è stata in grado di consegnare le bike direttamente a casa degli ingegneri di Apple ove necessario. Nonostante qualche intoppo nel processo di sviluppo, Stehmann riferisce che non c’è mai stati troppa pressione da parte di Apple.

Fonte: Macitynet.it

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Apple e Qualcomm accusate di violazione di brevetto nei chip 5G

Apple e Qualcomm sono state accusate di violazione di un brevetto di calibrazione RF riguardante alcune tecnologie 5G utilizzate da entrambe le società.

La causa riguarda alcuni ricetrasmettitori wireless 5G Qualcomm. Questa causa colpisce anche Apple, poiché i nuovi iPhone 12, che adottano modem Qualcomm, utilizzerebbero proprio la tecnologia di uno dei ricetrasmettitori in questione. In particolare, la causa nomina i modelli SMR526, SDR865 e SDX55M di Qualcomm.

A presente tale causa è stata la Red Rock, che possiede il brevetto statunitense n. 7,346,313. Questo brevetto delinea un sistema per calibrare l’equilibrio dei segnali in fase (I) e quadratura (Q) nei ricetrasmettitori radio. Secondo la denuncia, sia Apple che Qualcomm erano a conoscenza di questo brevetto. Nel caso di Qualcomm, si afferma che la società ha ricevuto comunicazione dell’esistenza del brevetto almeno tre volte tra il 2008 e il 2011.

In quanto tale, la causa afferma che le azioni intraprese da Apple e Qualcomm “sono state e continuano ad essere commesse in modo consapevole, intenzionale ed eclatante e costituiscono una violazione intenzionale della proprietà intellettuale”.

Fonte: iPhone Italia

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