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App Salute, un concept mostra come apparirebbe su Mac

Nonostante il lavoro incessante che Apple sta facendo per rendere coese e coerenti le proprie piattaforme, ci sono ancora importanti differenze tra macOS e iOS. Una fra tutte è l’app Salute che, per qualche ragione, esiste su iPhone ma non su iPad né sui computer con la mela. Il che è un gran peccato, e ve lo dimostriamo.

L’immagine che vedete qui in cima al post è un bellissimo concept creato Jordan Singer, che ha immaginato aspetto e funzionalità di un eventuale porting su Mac dell’applicazione. Pur restando minimalista, l’interfaccia si avvale del maggiore spazio messo a disposizione dagli schermi del Mac abbracciando al contempo i canoni estetici di macOS Big Sur.

Il risultato è un’app pulita, semplice da usare, immediata da comprendere. Ma non lasciatevi ingannare: non si tratta di un porting vero e proprio, ma di un concept costruito in SwiftUI. L’idea era di “ispirare” Apple a colmare il gap, e mostrare quanto starebbe bene l’app Salute sui nostri laptop e desktop.

Fonte: Melablog.it

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iPhone con batterygate

A marzo di quest’anno Apple ha accettato di pagare fino a 500 milioni di dollari i consumatori USA per la class action sul rallentamento degli iPhone, nel contesto di una procedura di composizione per il cosiddetto “batterygate”.

La multinazionale di Cupertino ribadisce di non aver commesso alcun illecito, in ogni caso si è accordata in via preliminare al pagamento della somma per terminare una procedura in corso da tempo e che poteva prolungarsi ulteriormente.

Ogni utente statunitense dei modelli di iPhone interessati ora può ricevere la somma di 25 dollari: l’importo totale che Apple deve sborsare è stimato tra 310 – 500 milioni di dollari, in base ai reclami approvati e alle spese legali. I fatti risalgono al 2017: nel mese di febbraio Apple ha rilasciato iOS 10.2.1 senza comunicare agli utenti che in presenza di batteria con capacità degradata il sistema operativo rallentava la velocità del processore per evitare blocchi improvvisi degli smartphone.

Questa funzione è stata scoperta solo in seguito e Apple si è scusata con tutti gli utenti nel mese di dicembre 2017, offrendo la sostituzione con una nuova batteria al prezzo ridotto di 29 dollari per tutto il 2018 e introducendo strumenti in iOS per monitorare la salute della batteria e permettere agli utenti di disabilitare il rallentamento degli iPhone.

Il totale massimo di 500 milioni di dollari per il rallentamento iPhone riguarda così gli utenti che possedevano o possiedono tuttora iPhone 6, iPhone 6 Plus, iPhone 6s, iPhone 6s Plus, iPhone 7, iPhone 7 Plus e iPhone SE che funzionavano con iOS 10.2.1. In Italia Apple è stata completamente scagionata dalle accuse di obsolescenza programmata, ma multata per non aver comunicato modifiche e funzioni di iOS in caso di batteria degradata, con l’obbligo di pubblicare un messaggio informativo sul proprio sito web italiano.

Fonte: Macitynet.it

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Mai coprire la Webcam del MacBook

Perché Coprire la Webcam del PC

Molti utenti sono più tranquilli a sapere che la videocamera integrata nel proprio Mac sia coperta; ciò impedisce che vengano catturate immagini private a propria insaputa se per caso un software malevolo o un virus si impossessano del computer. Si tratta di una misura poco ortodossa ma certamente efficace per preservare la propria privacy.

Sulla reale necessità di un oscurante fisico, ci sono varie scuole di pensiero. Ad oggi, nessun malware o software può attivare la webcam di un Mac senza che non venga accesa anche la spia verde (rivelandone dunque l’attività); ma in effetti nulla vieta che ciò possa accadere in futuro. Tanto più che, con iPad Pro, Apple stessa ha implementato un sistema che sgancia magneticamente la webcamquando il tablet è riposto nella custodia. Insomma: la questione esiste.

Danni Irreversibili

Tuttavia, quando si adotta pellicole e protezioni per la webcam, e le si lascia al loro posto al momento della chiusura del display, si rischia di fare danni da centinaia di Euro. In un documento di supporto ufficiale, è Apple stessa a dire che “chiudere il notebook Mac con una copertura sulla videocamera potrebbe danneggiare il display.”

Chiudere il notebook Mac mentre sulla videocamera è applicata una copertura potrebbe danneggiarne il display, in quanto lo spazio tra il display e la tastiera è progettato per sopportare tolleranze minime. Coprire la videocamera integrata potrebbe anche interferire con il sensore di luce ambientale e impedire il funzionamento di funzioni quali la luminosità automatica e True Tone. Invece di utilizzare una copertura per la videocamera, puoi osservare l’indicatore luminoso per capire se la videocamera è attiva e decidere quali app possono utilizzarla in Preferenze di Sistema.

In pratica, il succo è:

“La videocamera FaceTime HD integrata nel Mac è progettata con la massima attenzione alla privacy e utilizza un indicatore luminoso che si illumina di verde quando è attiva. In questo modo, saprai sempre quando la videocamera è accesa.”

E soprattutto:

“La videocamera è progettata in modo che non possa attivarsi senza che si accenda anche l’indicatore luminoso, così consentendoti sempre di capire se è accesa.”

Fonte: Melablog.it

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Twitter non supporta più gli iPhone con iOS 11

Twitter ha annunciato che l’app per iPhone non supporterà più iOS 11 e versioni precedenti del sistema operativo Apple.Questo significa che gli utenti che hanno ancora iOS 11 o versioni precedenti sui loro iPhone dovranno aggiornare almeno a iOS 12 per continuare ad utilizzare l’app Twitter senza problemi. Chi ha dispositivi non compatibili con iOS 12 a breve potrebbe rischiare di non poter più lanciare Twitter sul proprio iPhone.

La modifica è stata inserita nell’ultima versione dell’app, la 8.26, già disponibile su App Store. Questo update richiede infatti un iPhone con iOS 12 o versioni successive e quindi non può essere installato su iOS 11. Al momento non è chiaro per quanto tempo l’app Twitter continuerà comunque a funzionare sui dispositivi con iOS 11.

Se siete utilizzatori di Twitter, il consiglio è di aggiornare il vostro iPhone a iOS 12 o iOS 13, ovviamente se possibile.

Fonte: iPhone Italia

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HomePod, la beta 2 aggiunge il supporto ai servizi multimediali

Sin dal lancio di HomePod uno dei principali punti critici è sempre stato il supporto nativo dei servizi multimediali, un supporto legato indissolubilmente ai servizi Apple. Con la nuova beta 2 arriva però il tanto atteso cambio di rotta.

Con la nuova beta 2 arriva infatti anche il supporto ai servizi di terze parti, una novità annunciata da Apple in sordina con una semplice slide durante la WWDC. Tale novità non include solamente la musica ma anche altri servizi come podcast e audiolibri, anche loro non più legati ai servizi Apple.

Tale novità può rappresentare senza dubbio una buona spinta per le vendite del prodotto, che non ha pienamente convinto e spinto gli utenti verso il suo acquisto. Fino ad oggi infatti era possibile utilizzare i servizi terzi unicamente tramite AirPlay, una limitazione non da poco pensata ovviamente per spingere gli utenti a sottoscrivere servizi Apple. L’azienda sembra quindi essersi finalmente resa conto dei grossi limiti di questa scelta, allentando il nodo e consentendo l’approdo anche di servizi terzi in forma nativa.

Grazie a questa novità anche gli abbonati a servizi come Spotify, Amazon Music, Deezer e altri potranno richiedere a Siri di riprodurre i propri brani preferiti. Non ci saranno insomma più barriere legate al servizio scelto. Resta ovviamente da capire quali servizi avranno intenzione di offrire il supporto allo smart speaker di Cupertino. Al momento infatti è ancora impossibile scegliere un servizio terzo. Gli sviluppatori dovranno infatti aggiornare le proprie applicazioni per offrire il supporto nativo allo smart speaker di Apple.

Fonte: iPhone Italia

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