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VMware Fusion, disponibile la beta per Apple Silicon e Windows 11 ARM

Gli sviluppatori di VMware stanno proponendo agli utenti interessati una beta pubblica della futura versione del software di virtualizzazione Fusion per Mac release in grado di sfruttare i Mac con processori M1/M2 e di virtualizzare anche Windows 11 su questa piattaforma, alla stregua di quanto possibile sui Mac con CPU Intel.

La Tech Preview di VMware Fusion 22H2 offre la compatibilità con i processori Apple Silicon che mancava a Fusion 12 e il supporto di Windows 11 nelle varianti per CPU ARM/Intel. Allo scopo VMware emula o Trusted Platform Module fondamentale per il funzionamento del sistema operativo Microsoft.

Lo sviluppatore ha predisposto dei driver specifici per Windows, in grado di offrire risoluzioni 4K e superiori, e sono supportate anche varie distribuzioni Linux con tanto di funzionalità per l’accelerazione grafica OpenGL 4.3 + GLES 3.1.

La futura versione di Fusion sarà offerta come applicazione universale (in grado di funzionare nativamente sia sui Mac con CPU Intel, sia sui Mac con CPU Apple Silcion) semplificando l’implementazione, e non proposta come versioni separate per CPU Intel e Apple Silicon.

Lo sviluppatore riferisce che vi sono ancora dei bug che impediscono di avviare Ubuntu 20.04.4 e 22.04 per arm64. Altra limitazione è ovviamente l’impossibilità di eseguire macchine virtuali per Intel di sistemi operativi per architettura x86.

Il concorrente Parallels offre già da tempo Parallels Desktop 17 per Mac, softwrae di virtualizzazine che consente di eseguire Windows (e altri sistemi operativi) sui Mac con Intel o Apple M1, senza necessità di riavviare

Fonte: macitynet.it

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Da oggi stop al telemarketing sui cellulari: come iscriversi al Registro delle Opposizioni

A partire da oggi, 27 luglio 2022, è attiva l’estensione del Registro pubblico delle Opposizioni ai numeri di cellulare. Grazie a questa piattaforma gli utenti possono impedire che il proprio numero di cellulare venga utilizzato nelle campagne di telemarketing. Le società impegnate in questo settore hanno l’obbligo di adeguarsi alla nuova misura entro il 31 luglio: ciò significa che non potranno contattare telefonicamente gli utenti senza consenso.

L’unico rischio riguarda i call center dall’estero. In realtà, come si legge sul Corriere della Sera, secondo la norma il blocco dovrebbe riguardare anche le loro chiamate. Ma il dubbio resta.

Come iscriversi al Registro delle Opposizioni

In attesa che il sito torni raggiungibile (attualmente non lo è, probabilmente per l’eccessivo carico sui server), ti spiego le 4 diverse modalità – tutte gratuite – con cui puoi iscriverti al Registro delle Opposizioni.

  1. Recati su www.registrodelleopposizioni.it e compila il modulo di iscrizione. Devi compilarlo inserendo il numero di cellulare che vuoi venga escluso dal telemarketing. Una volta fornite le informazioni richieste, premi Invio.
  2. Recati su www.registrodelleopposizioni.it e scarica il modulo sopracitato. Una volta compilato, puoi inviarlo tramite email all’indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it.
  3. Chiama il numero verde 800.265.265 utilizzando il numero di cellulare che vuoi escludere dal telemarketing.
  4. Recati su www.registrodelleopposizioni.it, scarica il modulo e stampalo. Compilalo con tutti i dati richiesti e, insieme ad una copia di un tuo documento di identità, spediscilo all’indirizzo “gestore del registro pubblico delle opposizioni – abbonati”, Ufficio Roma Nomentano – casella postale 7211 – 00162 Roma”.

Passati 15 giorni dalla richiesta di iscrizione al Registro delle Opposizioni, non riceverai più telefonate di telemarketing sul numero indicato. In caso contrario (ovvero di chiamate con finalità pubblicitarie ricevute anche dopo i 15 giorni), puoi rivolgerti al Garante per la protezione dei dati personali o all’Autorità Giudiziaria.

Fonte: Melablog

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WhatsApp, grande notizia: ora è possibile trasferire le chat da Android a iOS e viceversa

Qualcuno avrà stappato una bottiglia di champagne dopo aver letto il contenuto dell’ultimo tweet di WhatsApp. Battute a parte, la possibilità di poter trasferire tutte le conversazioni da Android a iOS e viceversa è una gran bella notizia.

Di questa feature, uscita finalmente dalla fase beta, ci sono alcune cose da sapere. Cerchiamo quindi di fare il punto:

  • è compatibile con Android 5.0 o versioni successive
  • è compatibile con iOS 15.5 o versioni successive
  • WhatsApp per Android deve essere almeno alla versione 2.22.7.74
  • WhatsApp per iOS deve essere almeno alla versione 2.22.19.70
  • sullo smartphone Android è necessaria l’app Pass a iOS (scaricala qui)
  • la migrazione da Android a iOS è possibile solo se l’iPhone è impostato o ripristinato alle impostazioni di fabbrica per l’associazione alla sopracitata applicazione Passa a iOS
  • entrambi i dispositivi devono essere collegati alla stessa rete Wi-Fi
  • WhatsApp: come trasferire le conversazioni da Android a iOS

    1. Apri l’app Passa a iOS sul telefono Android e segui le istruzioni visualizzate sullo schermo.
    2. Sul tuo iPhone comparirà un codice. Quando richiesto, inserisci il codice sul tuo telefono Android.
    3. Tocca Continua e segui le istruzioni visualizzate sullo schermo.
    4. Seleziona WhatsApp nella schermata Trasferisci dati.
    5. Tocca INIZIA sul telefono Android e aspetta che WhatsApp prepari i dati da esportare. Quando i dati saranno pronti, il tuo account verrà scollegato dal telefono Android.
    6. Tocca AVANTI per tornare all’app Passa a iOS.
    7. Tocca CONTINUA per trasferire i dati dal telefono Android all’iPhone e aspetta che Passa a iOS confermi di aver completato il trasferimento.
    8. Installa l’ultima versione di WhatsApp dall’App Store.

Fonte: Melablog

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iOS 16, in arrivo il supporto alle carte virtuali in Safari per lo shopping online

La beta 3 di iOS 16 suggerisce l’arrivo del supporto per le carte virtuali in Safari per lo shopping online.

Nel codice interno di iOS 16 beta 3, rilasciato mercoledì per i soli sviluppatori, Apple ha lavorato a un nuovo sistema per integrare le carte virtuali con il browser Safari al fine di migliorare la sicurezza durante gli acquisti online. Apple Pay fornisce già un numero sicuro per ogni transazione, ma questa nuova funzionalità entra in azione sui siti Web in cui Apple Pay non è accettato.

Alcune banche e fornitori di carte offrono la possibilità di creare delle carte virtuali come opzione per generare un numero alternativo per la tua carta di credito o di debito. In questo modo, se i dati della tua carta vengono esposti, puoi semplicemente cancellare la carta virtuale senza dover chiedere alla tua banca una nuova carta. Alcune banche offrono anche la possibilità di generare una carta virtuale monouso.

Al momento non è chiaro se la funzionalità sarà disponibile per tutti o se richiederà l’adozione da parte di banche e fornitori di carte. Non ci resta che attendere il rilascio della versione finale di iOS 16, che avverrà in autunno, per saperne di più.

Fonte: iPhone Italia

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Napster prepara il ritorno con criptovalute e NFT

Napster, azienda che un tempo era sinonimo di file-sharing, è divenuta nel corso del tempo una piattaforma che offre un servizio legalizzato a pagamento, e ora vuole rilanciare l’attività intorno alle criptovalute e i token non fungibili (NFT).

Con la riorganizzazione della nuova entità, Napster Innovation Foundation prevede l’emissione di token $NAPSTER utilizzando il protocollo di blockchain Algorand per snellire le funzionalità esistenti, nonché sbloccare nuove opzioni per la creazione di valore nel contesto della musica in streaming.

“Stiamo entrando nell’era dello streaming a valore aggiunto della musica, che costituisce uno dei pochi settori commerciali di crescita e in cui l’adozione della tecnologia blockchain ha immediatamente senso per tutti”, spiega Emmy Lovell, amministratrice delegata a interim di Napster. “Si tratta di una tecnologia su cui i creatori di musica, gli ascoltatori e i titolari di proprietà intellettuale fanno già grande affidamento. Il Web3 offre un’opportunità per approfondire, estendere e migliorare l’ecosistema musicale”.

“Napster è un’impresa solida e autosufficiente, nonché un marchio iconico”, ha dichiarato Matt Zhang, fondatore e amministratore delegato di Hivemind, società amministratrice del consorzio che ha acquisito Napster. “Il nostro investimento nell’azienda rispecchia una visione a lungo termine e molto più ampia rispetto all’ambiente di contrattazione a breve termine degli asset crypto. Al contrario, intravediamo un’ottima opportunità per creare valore di lunga durata, applicando la programmazione Web3 a un’attività esistente abilitata dalla tecnologia.”

La mossa di Napster è simile a quella di LimeWire (altro noto programma di file sharing noto a chi ha vissuto le evoluzioni del mondo online all’inizio del millennio), che ha annunciato il ritorno con iniziative che ruotano intorno al mondo degli NFT, distribuendo con la tecnologia dei Non-Fungible Token contenuti come brani inediti, demo mai pubblicati, artwork, versioni dal vivo di brani e materiale registrato nel backstage.

Avvalendosi della tecnologia peer-to-peer, introdotta all’epoca da Napster e oggi utilizzata nella blockchain, l’incarnazione iniziale di Napster aveva portato alla creazione di un nuovo metodo per la distribuzione della musica. Negli anni successivi l’attività è evoluta in un servizio di streaming musicale in abbonamento pienamente legale. Ora Napster ritorna in qualche modo alle origini, lanciando un ecosistema decentrato incentrato sulla musica a tutto vantaggio dei fan, dei creatori di musica e dei titolari di diritti.

Fonte: macitynet.it 

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