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iPhone SE 2022 resiste alle cadute anche senza Ceramic Shield

Cos’hanno in comune iPhone SE 2022 (qui la recensione di macitynet) e iPhone 13? Se entrambi cadono a faccia in giù c’è un’alta probabilità che riportino gli stessi danni, ovvero lievi graffi e zero rotture. Ne ha dato prova il test pubblicato da Allstate Protection Plans mostrando come, nonostante la diversa struttura degli schermi, pare non ci siano grosse differenze in termini di resistenza ai danni in caso di cadute.

iPhone SE 2022 resiste alle cadute anche senza Ceramic ShieldApple afferma che iPhone SE 2022 presenta «il vetro più resistente in uno smartphone» e in base a questo ci si aspetterebbe che includa il vetro speciale chiamato Ceramic Shield che troviamo invece sugli iPhone 12 e iPhone 13, invece non è il caso del nuovo iPhone della linea SE. Tuttavia questo non sembra essere un problema, quantomeno nel primo test di caduta da circa 1,8 metri di altezza, dove il telefono riporta soltanto lievi graffi e nient’altro, proprio come è successo in precedenza durante il test di iPhone 12 e iPhone 13.

Non gli è spettata però la stessa sorte nel secondo lancio con impatto sul dorso: in questo caso infatti il vetro si è rotto alla prima caduta, mentre gli iPhone 12 e iPhone 13 hanno resistito anche a questa ulteriore sollecitazione. Siccome però il vetro è lo stesso di quelli usati da Apple su tutti i suoi iPhone, è probabile che il danneggiamento sia dovuto più alla fortuna che ad altro.

Secondo i tester probabilmente ha influito il diverso design del telefono: i lati piatti degli ultimi due iPhone della gamma principale infatti potrebbero offrire una protezione maggiore rispetto ai bordi arrotondati che troviamo invece in iPhone SE 2022. Anche con quest’ultimo telefono quindi una custodia rimane una scelta caldamente raccomandata per chi desidera aumentarne le probabilità di sopravvivenza in caso di impatto.

Per quanto riguarda invece l’impermeabilità, nulla di strano da segnalare: il dispositivo ha resistito all’immersione in acqua per trenta minuti e senza problemi a parte l’audio temporaneamente attutito, che si è comunque risolto dopo circa un’ora.

Fonte: macitynet.it

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Come aggiornare HomePod mini all’ultima versione software

Nelle scorse ore Apple ha rilasciato un importante update per la linea HomePod. Ecco come si installa, e come verificare che sia tutto a posto.

Non chiamatelo altoparlante. HomePod mini -l’unico della serie che abbia debuttato in Italia- è molto più di questo: è un vero e proprio computer, con funzionalità avanzate non soltanto a livello sonoro ma anche dal punto di vista dell’intelligenza artificiale e dell’integrazione nell’ecosistema Apple. Pertanto è fondamentale che sia sempre aggiornato.

Solitamente, gli update per HomePod vengono fuori sempre assieme a quelli per Apple TV. Al momento della stesura di questo post, l’ultima versione del HomePod Software è la 15.4. Quest’ultimo update introduce diverse novità e bug-fix, ma la più importante è di sicuro la compatibilità con le reti Captive. Grazie a questa feature, puoi connettere il tuo HomePod mini anche a quelle reti WiFi che richiedono passaggi aggiuntivi, clic e inserimento di credenziali specifiche, come negli hotel, negli aeroporti e nei dormitori studenteschi.

Fonte: Melablog

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iPad Air 2020 da 64GB in offerta a meno di 570 euro

La quinta generazione è attualmente in preordine ma iPad Air del 2020 ha ancora tanto, ma tanto da offrire. È un tablet top di gamma a tutti gli effetti, in grado – in determinate circostanze – di sostituire egregiamente anche un laptop (come spesso suggerito da Apple).

Oggi iPad Air 2020 da 64GB con connettività Wi-Fi è in offerta a 569 euro grazie allo sconto dell’11% sul prezzo di listino di 639 euro. Risulta “attualmente non disponibile”, ma puoi portare a termine l’acquisto normalmente. Riceverai un email con i dettagli sulle spedizione non appena tornerà disponibile.

  • Display Liquid Retina da 10.9 pollici con True Tone e ampia gamma cromatica P3
  • Chip A14 Bionic con Neural Engine
  • Touch ID per l’autenticazione sicura e Apple Pay
  • Fotocamera posteriore da 12 MP, videocamera anteriore FaceTime HD da 7 M
  • Compatibile con Apple Pencil (venduta separatamente)

Fonte: Melablog

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Una Apple senza iPhone è possibile?

Una Apple senza iPhone è uno scenario possibile o è pura utopia? Occorre chiederselo perché non sarebbe la prima volta che un prodotto così forte verrebbe, ad un certo punto, messo in secondo piano o accantonato del tutto. È già successo – ad esempio con iPod – e succederà ancora. Bisogna solo capire quando.

Il ciclo iPod

Dopo anni passati a creare computer con risultati più o meno positivi, con l’introduzione del primo iPod, nell’ottobre del 2001, l’azienda di Steve Jobs fa il salto di qualità. La rivoluzione musicale portata avanti da iPod e da iTunes sarà dirompente e cambierà per sempre il mondo della musica e dell’intrattenimento in mobilità. Le famose “1000 canzoni in tasca“,  tutte singolarmente acquistabili con meno di 1€, renderanno definitivamente obsoleta l’idea dell’acquisto di un disco in negozio. Di pari passo diventerà obsoleto anche l’ascolto di 12 tracce del medesimo artista, in favore di playlist di 25 canzoni con il meglio del momento opportunamente selezionato da ogni utente.

In pochissimo tempo l’iPod diventò il prodotto di punta di Apple. La gallina dalle uova d’oro che iniziò a declinarsi in più modelli: al tradizionale iPod si affiancarono presto l’iPod Video, dotato di schermo per visualizzare foto e video, il più pratico iPod Nano che era ancora più compatto e tascabile, per arrivare all’estremizzazione della filosofia jobsiana del less is more, ossia all’iPod Shuffle. Più tardi, già in piena rivoluzione iPhone, si affiancherà ad iPhone 2G e ad iPhone 3G anche l’iPod touch, ma qui eravamo già nella fase calante della rivoluzione culturale portata da iPod.

È già successo, succederà di nuovo. Con il successo di iPhone l’idea del prodotto che si limitasse a raccogliere canzoni, foto e video si è lentamente fatta da parte. Anche perché fu proprio Steve Jobs a presentare il primo smartphone Apple come “un iPod, un telefono, un comunicatore internet“. L’iPhone era un iPod di suo: lo si collegava ad iTunes esattamente come un iPod e si potevano sincronizzare le canzoni acquistate in precedenza. Tornare indietro e avere uno specifico prodotto solo per ascoltare la musica non era più un’opzione.

Fonte: iPhone Italia

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Mac Studio, i dettagli dell’ultima meraviglia hardware di Apple

Nell’ambito dell’evento Peek Performance, Apple ha presentato – tra le altre cose – anche il nuovo Mac Studio con chip M1 Max e il nuovo M1 Ultra, promettendo “prestazioni mai viste” prima e offrendo varie porte di collegamento in un design compatto.

La combinazione Mac Studio insieme al nuovo monitor Studio Display (con display Retina 5K) è presentata da Apple come una soluzione pensata per fornire all’utente tutto il necessario per avere “la postazione di lavoro che ha sempre sognato”. Ricavato da un unico blocco in alluminio estruso, Mac Studio ha un ingombro di soli 19,7 cm x 19,7 cm e un’altezza di appena 9,4 cm, occupa pochissimo spazio e trova posto senza problemi sotto la maggior parte dei display.

Apple riferisce che “l’innovativo design termico” rende possibile un elevatissimo livello prestazioni. Il sistema con ventole su due lati, i canali dei flussi d’aria attentamente posizionati e oltre 4.000 perforazioni sul retro e sul fondo dello chassis guidano l’aria attraverso i componenti interni e raffreddano i chip ad alte prestazioni. Apple riferisce che il sistema “è incredibilmente silenzioso” anche con i carichi di lavoro più pesanti.

I chip M1 Max e M1 Ultra di Mac Studio promettono prestazioni della CPU e della GPU senza precedenti, e offrono più memoria unificata di ogni altro Mac. Come abbiamo spiegato qui, il chip M1 Ultra è stato sviluppato partendo da M1 Max e vanta la architettura UltraFusion che collega il die di due chip M1 Max creando un SoC (system on a chip) offrendo prestazioni e capacità senza precedenti. Il SoC è composto da ben 114 miliardi di transistor (stando a quanto riferisce Apple, nessun altro chip per personal computer ne ha così tanti).

Secondo i dati di Apple, Mac Studio con M1 Max vanta una CPU fino a 2,5 volte più veloce rispetto all’iMac 27″ più veloce con processore 10-core, una CPU fino al 50% più veloce rispetto a Mac Pro con processore Xeon 16-core, una grafica fino a 3,4 volte più scattante rispetto ad iMac 27″ e oltre il triplo rispetto a Mac Pro con la sua scheda grafica più diffusa. È fino a 7,5 volte più veloce di iMac 27″ e fino a 3,7 volte più scattante di Mac Pro 16-core nella conversione dei video.

Mac Studio con M1 Ultra, secondo Apple ha una CPU fino a 3,8 volte più veloce rispetto all’iMac 27″ più veloce con processore 10-core, una CPU fino al 90% più veloce rispetto a Mac Pro con processore Xeon 16-core, una CPU fino al 60% più veloce rispetto a Mac Pro 28-core, una grafica fino a 4,5 volte più scattante rispetto ad iMac 27″ e fino all’80% più veloce rispetto alla migliore scheda grafica per Mac disponibile a oggi ed è fino a 12 volte più veloce di iMac 27″ e fino a 5,6 volte più scattante di Mac Pro 28-core nella conversione dei video.

Apple riferisce che Mac Studio con M1 Ultra è in grado di riprodurre 18 stream di video ProRes 422 a 8K, un’impresa che nessun altro computer al mondo è in grado di eguagliare.

Mac Studio batte i record anche per quanto riguarda la memoria grafica su un sistema desktop, con memoria unificata fino a 64GB sui sistemi con chip M1 Max e fino a 128GB su quelli con M1 Ultra. La scheda grafica per workstation più potente disponibile oggi offre 48GB di memoria video: avere a disposizione così tanta memoria è indicato da Apple come “una vera rivoluzione” per i flussi di lavoro professionali. Inoltre, l’unità SSD di Mac Studio consente performance fino a 7,4 GB/s e una capacità fino a 8TB.

Sul retro ci sono quattro porte Thunderbolt 4 per collegare display e dispositivi ad alte prestazioni, una porta 10Gb Ethernet, due porte USB-A, una porta HDMI e un jack audio professionale per cuffie ad alta impedenza o altoparlanti amplificati esterni. Sono integrate anche le tecnologie Wi-Fi 6 e Bluetooth 5.0.

Mac Studio include porte sul davanti, per un accesso più comodo. Ci sono due porte USB-C, che supportano USB 3 a 10 Gb/s sul modello con chip M1 Max e Thunderbolt 4 a 40 Gb/s su quello con M1 Ultra. C’è anche uno slot per schede SD e si possono collegare anche diversi monitor: fino a quattro Pro Display XDR oltre a una TV 4K.

I nuovi Mac Studio e Studio Display sono già in vendita su Apple Store online. Le consegne inizieranno venerdì 18 marzo, quando saranno disponibili anche in alcuni Apple Store e Rivenditori Autorizzati. Il prezzo di Mac Studio parte da 2.349 € nella versione con processore M1 Max e da 4.649 € con chip M1 Ultra.

Fonte: macitynet.it

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