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admin1

È arrivato iMac 24 M1, prime impressioni d’uso

Il nuovo iMac 24 con processore M1 ci ha stupito e ci ha emozionato come vi testimoniamo nel nostro articolo sull’unboxing. È un concetto nuovo, anche nei dettagli. Quello che molti recensori non trovano e non vedono è proprio la novità e la freschezza dell’approccio di Apple. Ma lo abbiamo trovato, fin dalla scatola. Ora bisogna entrare nel vivo, però, è vedere bene cosa c’è dentro. Avanti!

L’impatto del processore e il monitor

Stiamo facendo correre i primi benchmark, soprattutto quelli che vengono dall’esperienza d’uso oltre che quelli “a freddo” per calcolare i numeri. Però abbiamo già capito chiaramente, per aver provato sia il MacBook Pro 13 M1 che il Mac mini M1 e il MacBook Air M1, che la performance di questo iMac 24 è sostanzialmente identica a quella degli altri computer dotati dello stesso processore. Se incollate un Mac mini con stesse caratteristiche (numero di core, Ram e SSD) al dietro di un monitor avreste benchmark praticamente identici. In sintesi: l’iMac 24 va benissimo.

Stessa cosa per il monitor: si tratta di uno schermo di qualità laminato e con superficie riflettente che ha un buon angolo visuale, luminosità eccellente e resa di colori eccellenti. Riflette la luce ambientale e va pensato dove piazzarlo se lo usate in ambienti con luce non controllata, ma questo vale per tutti gli schermi Lcd laminati.

Non ci sono ancora le soluzioni trovate per gli iPad M1, che hanno nella dimensione da 11 pollici tecnologie per aumentare in maniera drammatica il contrasto e la resa dei colori (e del nero soprattutto) rendendoli anche dei pozzi neri per quanto riguarda la luce riflessa, e probabilmente ancora per qualche anno non vedremo una soluzione analoga su grandi schermi, sia per questioni di costo che di lavorazioni dei pannelli. Non è un computer professionale ma lifesytle e non avrebbe senso cercare qui un monitor tarato per fare referenziazione di video 8K o cose del genere. La risoluzione del monitor è 4,5K, cioè 4480×2520 pixel.

Fonte: Macitynet.it

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Per il fondatore di Telegram gli utenti iPhone sono schiavi digitali

Pavel Durov, l’imprenditore russo noto per essere il fondatore del social network russo VK e del servizio di messaggistica istantanea Telegram, ha dichiarato che sviluppare software per Apple lo fa sentire come nel Medioevo, chiamando gli utenti iPhone “schiavi digitali” e puntando il dito contro la necessità di Apple di trovare compromessi sulle richieste di censura e di controllo delle attività degli utenti in Cina.

Il commento è arrivato in seguito all’inchiesta del New York Times secondo la quale negli ultimi anni Apple avrebbe fatto varie concessioni al governo cinese, riducendo le garanzie per impedire che i dati dei suoi utenti in Cina possano essere controllati dalle autorità del paese.

I commenti di Durov sono stati pubblicati sul suo canale Telegram, riportati da Android Central e arrivano nell’ambito del procedimento che vede contrapposte Apple ed Epic Games.

Pavel Durov

«Apple è molto efficiente nel perseguire il suo modello di business, basato nella vendita di obsoleto hardware costoso agli utenti bloccati nel loro ecosistema», scrive Durov. «Ogni volta che devo usare un iPhone per testare la nostra app iOS ho la sensazione di essere tornato nel Medioevo. Il display a 60Hz di iPhone non può competere con i display 120Hz di moderni telefoni Android che supportano animazioni molto più fluide».

Non è chiaro che cosa abbiano a che fare i display 120Hz con Telegram e neanche a cosa faccia riferimento con chip “obsoleti”: i chip della serie Ax di Apple hanno dimostrato più e più volte i vantaggi rispetto ai SoC per dispositivi Android, e anche i SoC di Apple più vecchi continuano a sbaragliare in termini di performance tutto ciò che il mondo Android ha da offrire.

Le sue osservazioni non si limitano all’hardware Apple. «Potete usare solo app che Apple permette di installare tramite il loro App Store ed è possibile usare solo l’iCloud di Apple per eseguire il backup nativo dei dati». E ancora: «Non c’è da stupirsi che l’approccio totalitario di Apple sia apprezzato dal Partito Comunista cinese che – grazie a Apple – ora ha il controllo completo delle app e dei dati ai quali i suoi cittadini fanno affidamento su iPhone».

Durov ha diversi sassolini nella scarpa da togliersi. Nel 2018, Apple ha rimosso la sua app dall’App Store per preoccupazioni riguardanti la distribuzione di pedopornografia sulla nota piattaforma di messaggistica; nel 2020 Telegram presentò un reclamo contro Apple presso l’organismo antitrust dell’Unione europea. A gennaio di quest’anno la “Coalition for a Safer Web” ha citato in giudizio Apple per non avere rimosso l’accesso a Telegram, “nonostante Apple sia consapevole che Telegram è utilizzato per intimidazioni, minacce ed estorsioni nei confronti dei cittadini”.

Apple è da qualche tempo sotto i riflettori per compromessi col governo cinese; alcuni fornitori di Apple sono accusati di impiegare operai appartenenti alla minoranza Uiguri, perseguitata in Cina, costretti a scegliere tra il lavoro in fabbrica o la prigione. Apple ha negato le accuse che fanno riferimento a presunti compromessi con la Cina e ribadito di prestare particolare attenzione alla violazione dei diritti dei lavoratori da parte delle aziende cui affida la produzione di vari prodotti, con tutele che non hanno pari nel Paese del Dragone.

Fonte:Macitynet.it

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Arriva il bonus TV 100 euro senza ISEE

E’ ormai noto che a partire dal 30 giugno 2022, per poter continuare a guardare i canali TV del digitale terrestre, sarà necessario un televisore o un decoder con supporto al nuovo segnale Dvb-T2. Per incentivare il cambiamento, e consentire agli utenti di dotarsi di un nuovo decoder per le TV datate, o acquistare nuovi televisori, il governo offre già da mesi un bonus TV da 50 euro. Adesso, in arrivo un nuovo bonus di 100 euro, utilizzabile senza limiti ISEE.

Come già anticipato in questo articolo, attualmente è disponibile un bonus 50 euro, che può essere utilizzato dalle famiglie con un ISEE inferiore a 20.000 euro. A questo articolo trovate una guida su come utilizzarlo esattamente. De resto, il passaggio alla nuova tecnologia è già partito e vi abbiamo spiegato come e perché cambiare la vostra TV in questo approfondimento.

Bonus TV 100 euro

Per il prossimo futuro il Governo lavora a un nuovo Bonus TV, di cui è quasi pronto il decreto attuativo congiunto che adotteranno MISE e MEF. Il nuovo bonus prevede fino a 100 euro per rottamare il vecchio apparecchio.

Sebbene manchino ancora i dettagli, si sa già che il nuovo bonus TV 100 euro non sarà legato ai limiti ISEE. Questo vuol dire, dunque, che non vi saranno limiti legati al reddito del nucleo familiare. Ovviamente, però, il bonus potrà essere richiesto solo una volta per nucleo familiare.

Al momento, il piano del Governo è quello di mettere a disposizione 100 milioni di euro per dare concretezza e avvio al bonus, come indica anche Il Sole 24 Ore. Si attende il decreto attuativo, che in realtà era atteso già nei mesi scorsi, anche perché in base alla Legge di Bilancio 2021 doveva essere già firmato entro metà febbraio scorso.

Il bonus rottamazione servirà dunque a smaltire vecchie TV, acquistate o possedute prima della data del 16 dicembre 2018, quindi la data di entrata in vigore dello standard Hevc main 10. Anche il nuovo bonus seguirà le modalità operative del primo da 50 euro, ossia verrà applicato come sconto direttamente dai rivenditori che aderiranno, quindi con uno sconto diretto alla cassa. Il rivenditore, poi, recupererà lo sconto applicato, come credito d’imposta.

Fonte: Macitynet.it

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Caso Epic vs. Apple, il giudice potrebbe proporre un compromesso per risolvere la controversia

Nella battaglia legale tra Apple ed Epic Games, il giudice Yvonne Gonzalez Rogers ha lasciato intendere che potrebbe mirare ad un compromesso per risolvere la controversia.

Come sottolineato da Bloomberg, negli ultimi giorni c’è stata una discussione sulle regole di Apple che impediscono agli sviluppatori di indirizzare gli utenti a effettuare acquisti al di fuori dell’App Store, ad esempio su un sito Web, in alternativa agli acquisti in-app.

Parlando con il testimone di Epic David Evans, il giudice Gonzalez Rogers ha chiesto se la rimozione di questa regola risolverà i problemi che Epic e altri sviluppatori hanno con le regole dell’App Store. “Se Apple non avesse queste regole e questi divieti, il problema sarebbe risolto?“. Evans ha risposto che una soluzione di questo tipo non eliminerebbe il potere di mercato che ha Apple, ma potrebbe diminuirlo. In ogni caso, per il testimone di Epic questa non sarebbe una grande soluzione.

Apple impedisce di indirizzare gli utenti verso opzioni di acquisto esterne alle app. L’app Netflix, ad esempio, non utilizza gli acquisti in-app, ma non può indirizzare nemmeno gli utenti ad abbonarsi sul sito web. Lo stesso valeva anche per Fornite, che sul proprio sito web vende le valute di gioco V-buck, ma non poteva pubblicizzare questa opzione all’interno del gioco per iPhone.

Fonte: iPhone Italia

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Amazon rimuove venditori di accessori che pubblicavano recensioni false

Una rete di recensioni false è stata smascherata da Amazon e quest’ultima ha intrapreso azioni specifiche contro alcuni produttori e le false recensioni che facevano pubblicare.

Il sito SafetyDetectives spiega che la rete di false recensioni è stata scoperta grazie ad database non protetto situato in Cina. I ricercatori di SafetyDetective hanno scoperto di fatto un ben 7GB di dati di circa 200.000 persone che in tutto il mondo si occupavano di scrivere recensioni false su Amazon.

I vendor chiedevano di dimostrare di avere fatto gli acquisti, proponendo successivamente un rimborso su PayPal e la possibilità di trattenere gli oggetti. Il tutto per avere recensioni positive con cinque stelle. Agli utenti che partecipavano era richiesto un testo di una lunghezza minima e foto a dimostrazione che avevano effettivamente acquistato il prodotto.

Pe evitare che Amazon si accorgesse di qualcosa vendor e utenti che partecipavano allo schema comunicavano con strumenti esterni a quelli del sito di e-commerce, usando piattaforme come WhatsApp o Signal: i pagamenti si effettuavano, come accennato, con PayPal.

In molti casi i vendor contattatavano direttamente gli utenti, offrendo prodotti gratuiti in cambio di una recensione positiva. I venditori e i recensori rischiano di venir puniti per falso in base a leggi specifiche di diversi Paesi ed è lecito prevedere azioni da parte di Amazon nei confronti dei venditori disonesti.

La beffa aggiuntiva per quanti partecipavano a questo imbroglio è che dettagli sugli utenti (nome e nickname) e i dettagli delle aziende che seguivano questo schema (nome, email e numeri di telefono) sono stati esposti pubblicamente, in barba ad ogni norma sulla privacy senza password o cifratura di alcun tipo.

Tra i vendor che seguivano questa pratica e non si trovano più su Amazon, ci sono aziende importanti come Tomtop, Aukey e Mpow. Prodotti come quelli di Aukey, alcuni dei quali segnati appunto da un ottimo rapporto qualità/prezzo e che non avrebbero avuto bisogno di recensioni false, sembrano essere presenti in numero ridotto su Amazon in questi giorni, altri sono spariti molti non sono disponibili, mentre in precedenza era possibile trovare un numero sterminato di prodotti e accessori inclusi cavi, alimentatori, caricabatterie wireless, ecc.

Fonte: Macitynet.it

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